COMPOSIZIONE NEGOZIATA
La composizione negoziata, introdotta nella riforma della crisi d'impresa, è un meccanismo vitale per le aziende in difficoltà finanziaria (in crisi o insolventi). Questo strumento offre un approccio strutturato per negoziare un accordo concordato con i creditori, permettendo all'impresa di superare le sfide finanziarie e ripristinare la sua sostenibilità. E’ una procedura alternativa o introduttiva agli strumenti della gestione della crisi o di procedura di liquidazione giudiziaria (ex “fallimento”) o di liquidazione controllata. Si basa sulla collaborazione tra l'impresa e i suoi creditori con l’assistenza di advisor ed un “Esperto” terzo nominato dalla Camera di Commercio con l’obbiettivo di indicare la fattibilità di un piano di risanamento e mediare fra le esigenze delle parti.
1. L'impresa in difficoltà, allorché si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l'insolvenza e risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell'impresa, attiva la procedura predisponendo un complesso di documentazione ed informazioni con supporto anche di un portale ministeriale formulando richiesta di nomina di un professionista abilitato il c.d. “Esperto”.
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2. In questo contesto, gli “advisor” (aziendalisti e legali esperti in ristrutturazione aziendale) possono svolgere un ruolo cruciale nell’assistere l’imprenditore per facilitare e guidare i negoziati.
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3. Tutti i soggetti terzi coinvolti (creditori quali fornitori, banche, fisco, enti previdenziali, ecc.), hanno il dovere di collaborare lealmente ed in modo sollecito con l'imprenditore e con l'esperto, rispettando l'obbligo di riservatezza sulla situazione e sulle iniziative che l’imprenditore ha assunto o che verrà programmare, nonché sulle informazioni acquisite nel corso delle trattative. Ogni creditore appositamente informato ed invitato può convenire di partecipare all'accordo di composizione per evitare l'esecuzione coattiva dei crediti.
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4. Il professionista “esperto” incaricato (con il supporto degli advisor e dell’imprenditore) redige e trasmette ai creditori il “piano di risanamento” qualora ritenga che con l’adozione dello stesso vi siano positive prospettive di continuità aziendale e maggior convenienza rispetto ad alternative liquidatorie, nel continuare a condurre l’azienda pur ristrutturata.
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5. L'imprenditore può' chiedere, con l'istanza l'applicazione di misure protettive del patrimonio.
6. Nel corso delle trattative l'imprenditore conserva la gestione ordinaria e straordinaria dell'impresa, ma deve gestirla in modo da evitare pregiudizio alla sostenibilità' economico-finanziaria dell'attività nel prevalente interesse dei creditori.
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7. Se il piano viene accettato da una maggioranza dei creditori, l'accordo diventa vincolante per tutti.
8. Contemporaneamente all’apertura della procedura o successivamente l’imprenditore può richiedere al Tribunale l’adozione di “misure protettive” del proprio patrimonio contro azioni esecutive o cautelari.
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9. Se all'esito delle trattative non è individuata una soluzione fattibile e perseguibile con accordi o contratti fra le parti, l'imprenditore può, in alternativa: predisporre il piano attestato di risanamento, domandare l'omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti, proporre la domanda di concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio, oppure accedere ad uno degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza disciplinati dal nuovo codice della crisi.
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Lo studio, esperto in materia, fa parte quale socio fondatore della prima e più importante Rete Nazionale di Professionisti (Avvocati e Dottori Commercialisti) della Crisi di Impresa (RNPC) RNPC – RETE NAZIONALE PROFESSIONISTI DELLA CRISI e qualora avessi necessità è a disposizione per un incontro mirato per entrare nei dettagli, predisporre quanto necessario e supportarti per accedere a tele delicata procedura, ottenendo tutti i possibili benefici per garantire la continuità della tua impresa.
